I vitigni resistenti francesi sono le varietà del futuro?

Artaban, Floreal, Vidoc o Voltis non sono i nuovi protagonisti dell’ultima serie di Netflix. Si tratta dei vitigni comunemente definiti resistenti o tolleranti e selezionati per adattarsi alle nuove condizioni climatiche, o anche alle nuove varietà di vite francesi. Dipende dai casi. La loro creazione risale al XIX secolo, quando il loro scopo era quello di resistere ai parassiti che attaccavano vigne. Qual è la loro storia? Qual è il loro futuro? Andiamo a vedere più da vicino queste prime quattro varietà francesi di vitigni resistenti.

In breve:

  • Le origini
  • Il XIX secolo
  • Langedoc, i pionieri della Francia
  • I 4 vitigni francesi autorizzati
  • Cosa ci serba il futuro?

Le origini

Come ricorda l’OsCar, l’Osservatorio francese per la diffusione dei vitigni resistenti, creato dall’INRA (Istituto nazionale di ricerca agronomica francese) e dall’IFV (Istituto francese della vite e del vino): “La resistenza della vite alle malattie e ai parassiti è stata oggetto di studio fin dalla metà del XIX secolo in seguito alla comparsa in Europa di malattie devastanti – oidio, peronospora, marciume nero, fillossera – provenienti dal Nord America. Gli incroci di viti americane (V. rupestris, V. lincecumi, V. berlandieri…) con viti europee (Vitis vinifera) -la maggior parte delle quali sono sensibili- hanno permesso di ottenere nuove varietà note come ibridi produttori diretti, resistenti a oidio, peronospora e fillossera”. I vitigni resistenti sono stati creati fin dal principio per contrastare i parassiti. Non si tratta di colture geneticamente modificate, ma di incroci di diverse varietà di vite.

Il XIX secolo

La ricerca, in questi ultimi quindici anni circa, ha attraversato una fase di forte crescita in Francia. Perché? Per rispondere alle sfide poste dal riscaldamento globale. L’obiettivo è quello di ridurre il più possibile l’impiego di trattamenti fitosanitari. Per dirla tutta, quando l’oidio e/o la muffa attaccano, Artaban, Floréal, Vidoc e Voltis dimostrano di essere naturalmente resistenti. I trattamenti risultano inferiori, o talvolta persino superflui, a seconda della gravità della situazione.

Langedoc, i pionieri della Francia

Tutto è iniziato nella prima cantina cooperativa francese, a Maraussan. 55 ceppi di 4 varietà resistenti, due bianche e due nere, sono stati piantati su un terreno sperimentale presso i vigneti di Foncalieu. Questo accadeva nel 2007, con i vitigni resistenti ideati dal compianto Alain Bouquet, allora direttore della ricerca presso l’INRA. Poiché queste varietà francesi non sono state inscritte nel catalogo nazionale, per il momento non hanno un nome e non possono (per ora) essere ufficialmente piantate.

I 4 vitigni francesi autorizzati

A partire dal 2019, Artaban, Floréal, Vidoc e Voltis, frutto del programma Resdur1/INRA, sono stati ufficialmente e definitivamente autorizzati a figurare nei disciplinari delle IGP di Gard, Cévennes, Coteaux du Pont du Gard, Pays d’Oc, Var, Alpes-Maritimes, Atlantique e Val de Loire. 

Nel 2020, invece, è stata la volta delle IGP di Côtes Catalanes, Vaucluse, Collines Rhodaniennes, Ardèche, Drôme, Coteaux des Baronnies e Périgord. Nel 2021, infine, le IGP Mediterraneo e Bouches-du-Rhône. Altre autorizzazioni sono in fase di preparazione per le IGP Charentais, Aude e Herault.

E le AOP? Come segnala vitisphere.com: “Ora ufficialmente affiliati ai vitigni tradizionali europei, i nuovi vitigni Artaban, Floreal, Vidoc e Voltis potrebbero arrivare nei vigneti che si fregiano del marchio di denominazione di origine protetta, un ingresso prima impensabile”. 

Cosa ci serba il futuro? La risposta verrà dai mercati; o meglio, dai consumatori. I profili aromatici di questi vitigni sono diversi e nuovi. I vigneti di Foncalieu sono stati i primi in Francia a commercializzare un vitigno resistente al 100% nel 2019: NUVOTE. Si tratta di una miscela di uve Artaban e Vidoc, un vino piacevole che vanta anche altre tre virtù: è biologico, non contiene solfiti e ha una bassa gradazione alcolica. Per l’annata 2021, sono state messe in commercio 15.000 bottiglie. I commenti dei clienti sono positivi sia per quanto riguarda la degustazione che per la positività del messaggio trasmesso dalla bottiglia. Il che è un ottimo inizio. Le annate realizzate al 100% con questi 4 vitigni francesi sono ancora poco diffuse. Si trovano più facilmente in miscele con altri vitigni internazionali. Se si considera la domanda ormai in crescita di questi vitigni tolleranti e che si adattano alle nuove condizioni climatiche, Artaban, Floreal, Vidoc e Voltis dovrebbero iniziare a farsi notare tra gli altri. A meno che i vitigni svizzeri, con il Cabernet Bianco, o l’italiano Soleris, o ancora il tedesco Souvignier Gris tedesco, per citarne solo alcuni, non riescano a conquistare il cuore di produttori e consumatori.

Anne Schoendoerffer, traduzione di Anna Monini

Fonti : Oscar, vitisphere.com, Anne Schoendoerffer