Con l’arrivo della primavera, il vino rosato sta diventando sempre più popolare a tavola. Fino a poco tempo fa, il vino di questo colore era considerato qualitativamente mediocre, mentre oggi, invece, sta acquistando importanza e trova sempre più spazio in ogni stagione dell’anno. Tanto che, tra il 2002 e il 2018, il consumo mondiale di vino rosato è aumentato del 40%. Chi è solito consumarlo? Come si presenta il prodotto? Quali prospettive si aprono? …Scopriamo insieme questo nuovo colore di tendenza.
Sommario
- Un aumento esponenziale del consumo
- Chi consuma la maggioranza del vino rosato nel mondo?
- Una produzione che si adatta al colore rosato.
- Perché questo successo?
- Ogni coltura ha la sua tonalità di rosato
- Quali sono i prezzi?
- I rosati iconici e i rosati di terroir
Un aumento esponenziale del consumo
Sulla base degli ultimi dati disponibili, resi noti nel 2020 dall’Osservatorio mondiale del vino rosato (CIVP / FranceAgriMer), il consumo mondiale di vini rosati è passato da 18,3 milioni di ettolitri nel 2002 a 25,6 milioni di ettolitri nel 2018. Si tratta di un aumento del 40% in 17 anni! Ha raggiunto un livello record nel 2018, con un salto del 9% in quell’annata rispetto al 2017. In confronto, il consumo di vino fermo dei 3 colori (rosso, bianco e rosato) è aumentato solo del 5% nello stesso periodo.
Chi consuma la maggioranza del vino rosato nel mondo?
La Francia è il principale consumatore di questo tipo di vino, con il 34% del consumo mondiale. Gli Stati Uniti stanno registrando un aumento notevole nel consumo di vino rosato, con una percentuale pari al 20% del consumo mondiale. La Germania si trova al terzo posto.
Una produzione che si adatta al colore rosato
Si è registrato un bilancio di produzione e consumo in positivo nel 2018, per la prima volta a partire dal 2014 (la produzione di rosato era inferiore rispetto ai consumi). A livello mondiale, i leader di mercato sono la Francia con il 20% della produzione, gli Stati Uniti con il 19%, la Spagna con il 17%, l’Italia con il 9% e il Sudafrica con il 5%.
Per soddisfare questa domanda crescente, alcuni produttori francesi hanno deciso di orientarsi verso il rosato. È il caso delle AOC di Languedoc che, nel 2015, hanno messo in commercio il 12% dei rosati, per arrivare nel 2018 al 18%. Questo equivale a un aumento del 9%.
Perché questo successo?
Già nel 2017, durante la fiera vinisud di Montpellier, Sarah Abbott, Master of Wine 2008 (il diploma più prestigioso nel mondo del vino) ha dichiarato: “Bere vini rosati è diventato molto popolare in diversi paesi. Sui social network, l’hashtag #drinkrosé vanta 6 milioni di utenti negli Stati Uniti. Questa partecipazione ha permesso al vino rosato di essere associato allo stile di vita e alla dieta mediterranei”. La semplicità cromatica, la leggerezza e anche la piacevolezza contribuiscono a questa tendenza.
Ogni coltura ha la sua tonalità di rosato
I francesi preferiscono i vini rosati dai toni chiari e poco sostenuti. Gli italiani e gli spagnoli apprezzano i rosati più scuri. Agli anglosassoni piacciono i toni intermedi, di un rosa marcato.
Quali sono i prezzi?
I vini rosati di alta gamma destinati all’esportazione provengono principalmente dalla Francia (3,50 €/75cl, prezzo IVA esclusa). La Spagna occupa invece un posto preponderante nella fascia economica (0,75 €/75cl, prezzo IVA esclusa). In compenso, il volume delle esportazioni di vini rosati italiani è in calo, anche se il prezzo medio dei rosati italiani tende a salire, raggiungendo i 2,30 €/75cl (prezzo IVA esclusa). Questo è uno dei punti di forza del rosato: è un vino accessibile, con un buon rapporto qualità/prezzo.
I rosati iconici e i rosati di terroir Si stanno affermando due diverse tendenze, ovvero i vini rosati iconici, che possono essere apprezzati tutto l’anno, e i vini di terroir, con una bella sostanza. Ad esempio, la vendita di Clos du Temple (AOP Languedoc Cabrières) al costo di 190€, ad opera del commerciante di vini di Languedoc, Gérard Bertrand, è una dimostrazione del valore dei vini di fascia molto alta. È una bottiglia che rompe gli schemi tradizionali dei rosati, mettendo in risalto un vino iconico, senza tempo e dal grande valore gastronomico. Quello che fino a poco tempo fa era considerato un “vino di scarsa qualità, inferiore, che dava mal di testa e doveva essere bevuto in fretta, oggi è considerato come un vino buono, leggero e fresco, con un aroma di fiori e frutta fresca, adatto a tutte le occasioni e durante tutto l’anno”, come sottolinea Nathalie Caumette, presidente della denominazione Faugères, recentemente eletta presidente della nuova associazione internazionale “Rosés de Terroirs” (composta dalle AOC Tavel, Bandol, Côtes de Provence, Côtes de Toul, Costières de Nîmes, Faugères, Rosé-des-Riceys e Bardolino Chiaretto). Le cantine dei “Rosés de Terroir” rappresentano una nuova era che vede il rosato come un vino a pieno titolo e non più come un elemento di contorno. Ricordiamo che l’annata 2019 di questi vini di terroir sono molto buoni da degustare nel 2021. Spargete la voce!
Anne Schoendoerffer
Fonti : Observatoire du Rosé CIVP / FranceAgriMer, 2020 ,CIVL, AOC Faugères, Anne Schoendoerffer