Roma: esplorando i vigneti del Lazio

Quando pensiamo a Roma, ci vengono in mente il Colosseo, il Vaticano, il Pantheon, e tutta l’energia della capitale d’Italia, ma cosa sappiamo dei suoi vigneti? All’estero, i vini del Lazio sono poco conosciuti: qual è la loro storia e quali sono i suoi vitigni? Scopriamo questi vigneti millenari che, grazie alle nuove generazioni, si stanno facendo conoscere a livello internazionale.

In breve:

  • I vigneti del Lazio
  • I vitigni autoctoni
  • Enoturismo in Lazio

I vini del Lazio : tra patrimonio millenario e modernità

Il vino nel Lazio ha una storia che risale al periodo etrusco e la sua produzione all’età antica. Nella Roma antica, erano già presenti terreni coltivati a vite, e in tutto l’Impero Romano i vini di questo territorio godevano di una buona reputazione. Questa tradizione vinicola si è mantenuta per secoli. Oggi, grazie alle nuove generazioni, soprattutto quelle femminili, questa storia vitivinicola plurimillenaria si è proiettata nel XXI secolo. Un esempio è il vigneto Merumalia, gestito da due giovani donne che coniugano la tradizione vitivinicola con l’agricoltura biologica da un lato e la modernità del luogo e dei vini dall’altro. Un altro esempio è Casale Vallechiesa, dove si punta sull’innovazione per migliorare sia l’esperienza dei clienti che la produzione attraverso la blockchain.

I vigneti del Lazio

La capitale è circondata da 18.000 ettari di vigneti, distribuiti principalmente su dolci colline. Nonostante i cambiamenti climatici, il clima mediterraneo è ancora favorevole alla coltivazione della vite. I terreni sono eterogenei e spaziano dal suolo vulcanico a quello argilloso

Le aziende produttrici praticano l’agricoltura biologica dal 2014. Secondo l’ARSIAL (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio), il 14% dei vigneti regionali è coltivato ad agricoltura biologica (il 45% in più rispetto al 2014).

In media, le 400 cantine del Lazio producono 0,8 milioni di ettolitri di vino all’anno, di cui il 75% è composto dalla produzione di vino bianco e il 25% di vino rosso. Su 6 I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) e 27 D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta), venti sono dedicate alla produzione di vino bianco.

I vini del Lazio, conosciuti fino a poco fa principalmente solo a livello locale, oggi sono consumati anche al di fuori di esso. Secondo le stime Istat-Qualivita, le esportazioni di vini “made in Lazio” sono infatti aumentate di oltre il 20,4% rispetto al 2020.

I vitigni autoctoni

La personalità dei vini laziali deriva dai suoi vitigni autoctoni, già presenti da secoli. Il registro regionale delle varietà di vite da vino registra 94 varietà di uve, di cui 45 a bacca bianca, 42 a bacca nera, 2 a bacca rosata e 1 a bacca grigia.

Per quanto riguarda il vino bianco, i protagonisti autoctoni sono il Trebbiano e la Malvasia. In particolare, nella D.O.P. Frascati, una delle denominazioni più emblematiche di questa regione, l’assemblaggio è realizzato con uve Malvasia, Trebbiano e Bellone. Questi vini sono caratterizzati da note fresche e vigorose.

Quando invece si parla di vino rosso, il re indiscusso è il Cesanese, a bassa resa ed a maturazione tardiva. Quest’uva trasmette piacevoli note di ciliegia e sentori speziati. Tra i vitigni autoctoni a bacca rossa possiamo citare anche il robusto Nero Buono.

Enoturismo in Lazio

In Lazio l’enoturismo si fonde con la ricchezza culturale e la gastronomia. Dai siti antichi alla frizzante vita cittadina, dai Musei Vaticani alla gastronomia ed ai vini, c’è tutto quello che serve per apprezzare una ricca esperienza di enoturismo. Tanto i vigneti a conduzione familiare, come ad esempio Villa Simone, quanto le cantine cooperative di qualità superiore, come Cincinnato, aprono tutti i giorni le loro porte a visitatrici e visitatori. E poiché la tradizione lo richiede, i romani vanno, ancora oggi, a prendere il vino direttamente in vigna. Ci si porta la damigiana, per un’esperienza più romantica, o più semplicemente si prende sul luogo una pratica Bag in Box, l’opzione più moderna.

Avventurarsi alla scoperta di nuovi orizzonti enologici tra i vigneti del Lazio è senz’altro un’ottima idea.

Anne Schoendoerffer, traduzione di Anna Monini

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Fonti: https://www.arsial.it/ , Anne Schoendoerffer